Alri distillati di frutta

ACQUAVITE DI ALBICOCCA: prodotta dalla fermentazione e distillazione delle albicocche. Da non confondere con l’Apricot Brandy che è un liquore (dolcificato) e non un distillato. Il distillato di albicocche più famoso e conosciuto è quello ungherese (Barack Palinka). Questo tipo di acquavite viene prodotta anche in Francia, in Inghilterra e in Alto Adige (Italia).

ACQUAVITE DI FRAGOLA: È un distillato incolore, ma molto profumato. La materia prima sono le fragole o, più correttamente, le fragoline di bosco. Prodotto soprattutto in Francia (Eau de vie de fraises), Germania e Svizzera (Erdebeerrengeist /Erdebeerrenwasser). Poco diffuso.  

APPLE BRANDY: Parente stretto del Calvados francese è il distillato di sidro di mele, prodotto in Inghilterra e negli Stati Uniti (Applejack), in Germania e Austria (Trehem), in Svizzera (Batzi) e in Italia/Alto Adige (Obstler). La tecnica di produzione e distillazione è molto simile a quella del Calvados. Le mele vengono prima raccolte, poi pressate e infine fatte fermentare in capienti vasche. Poi filtrazione e distillazione. Rispetto al Calvados, l’Applejack è meno fruttato e decisamente più secco. Normalmente incolore o lievemente giallo, presenta una gradazione alcolica che può variare dai 40 ai 50 gradi.

BOUKA: Distillato ottenuto dalla fermentazione e distillazione di fichi del Mediterraneo. Prodotto in Tunisia, le sue origini sono da attribuire alle comunità ebraiche presenti nel paese. I fichi vengono raccolti a piena maturazione, quando la percentuale zuccherina del frutto è più elevata. Poi vengono ridotti in poltiglia, viene aggiunta acqua e il tutto lasciato fermentare. La percentuale alcolica può variare dal 36 al 40 per cento. Anche questo distillato va preferibilmente consumato a fine pasto, ghiacciato o almeno freddo.

BOUZA: Acquavite molto forte ottenuta dalla fermentazione e distillazione della polpa del dattero. Prodotta in Egitto. Il dattero viene raccolto a maturazione, quando la componente zuccherina è più elevata. I frutti vengono ridotti in poltiglia, viene aggiunta acqua e il tutto lasciato fermentare. Il “sidro” di datteri viene poi distillato (viene anche consumato come vino dalle popolazioni locali). L’acquavite ottenuta ha una gradazione alcolica molto elevata e può arrivare sino a 70 gradi. Il sapore del distillato è piuttosto ruvido e molto alcolico.

BROOMBERGEIST: L’acquavite di more è tipica della Germania (Foresta Nera). Come per l’acquavite di lampone (Himbeergeist), il distillato si ottiene da un infuso alcolico (le more si seccano e faticano a fermentare). In altre parole il distillato non viene ottenuto dalla fermentazione delle more, ma con il procedimento dell’infusione, facendo macerare le more in alcol per poi distillare il liquido alcolico ottenuto.

DISTILLATO DI CASTAGNE: Si ottiene dalla fermentazione e distillazione del frutto della castagna. È tipico della Val Camonica in provincia di Brescia (Italia). L’aroma è secco, poco dolce e richiama il sapore della frutta secca. Poco conosciuto, anche in Italia. Qualcosa di simile viene prodotto anche in Corsica.    

FRAMBOISE: L’acquavite di lampone viene prodotta soprattutto in Francia (Framboise), Germania (Himbeergeist) e Svizzera. La materia prima sono i lamponi o, più correttamente, i lamponi di bosco. Non si ottiene però dalla fermentazione del frutto del lampone (i lamponi si seccano e fermentano con difficoltà), ma si ottiene con il procedimento dell’infusione, facendo macerare i frutti in alcol e distillando poi l’infuso che ne risulta. In altre parole si procede con un’infusione alcolica per poi distillare il liquido ottenuto.

KISLAW: Si ottiene dalla fermentazione e distillazione del succo di un tipo particolare di anguria molto zuccherina. La polpa acquosa dell’anguria viene spremuta e lasciata fermentare per poi distillare il “sidro” così ottenuto. Questo distillato viene prodotto in Russia.  

MIRABELLE: Distillato di frutta che si ottiene dalla fermentazione e successiva distillazione del sidro ottenuto da una varietà particolare (Mirabelle) di susine giallo dorate. Sia la varietà di prugne (cultivar) che il distillato ottenuto sono prodotti tipicamente francesi. La materia prima è data esclusivamente dalle prugne Mirabelle, piccole susine gialle dalle quali si ottiene in Alsazia, ma soprattutto in Lorena (Nord Est della Francia), una pregiata acquavite. Le prugne mature vengono raccolte tra settembre e ottobre e fatte fermentare per circa 15 giorni. La fermentazione viene poi prolungata per altre quattro settimane in modo che tutti i profumi delle prugne possano essere conservati dal sidro. Terminata la fermentazione il sidro di prugne ha una gradazione alcolica che può variare dai 5 ai 9 gradi a seconda della frutta e della stagione. Il processo di distillazione si basa su due distillazioni. Anche in questo caso (lo abbiamo visto nel Kirsch) vi sono due scuole: alcuni produttori preferiscono eliminare i noccioli mentre altri utilizzano tutto il frutto nella sua interezza. Se vengono mantenuti i noccioli nel procedimento di distillazione l’acquavite che ne risulta è più aromatica e presenta al palato un bouquet con note tipiche di mandorla e amaretto. L’affinamento avviene in botti di legno per almeno due anni, ma può arrivare sino a cinque anni (Mirabelle Riserva). L’acquavite Mirabelle si presta anche ad un invecchiamento prolungato in botte che può arrivare sino a vent’anni. Se il distillato è giovane non presenta colorazione mentre se è invecchiato assume un lieve colorito giallo ambrato. La gradazione alcolica va dai 40 ai 45 gradi. L’acquavite Mirabelle va consumata fredda a fine pasto (temperatura da frigo).

MUS: Distillato prodotto in Turchia. Si ottiene dalla fermentazione e distillazione di un tipo particolare di banane di piccola taglia.

PALINKA: Distillato di frutta tipico dell’Ungheria, ma prodotto anche in Romania e in Serbia. Si può ottenere con diversi tipi di frutti. Quelli maggiormente utilizzati sono l’albicocca (Barack Palinka), le vinacce (Torcoli Palinka), la prugna, la pera, la pesca, la mela, la mela cotogna, la ciliegia e i frutti di bosco. Il nome Palinka può essere attribuito solo ai distillati prodotti e imbottigliati in Ungheria e Romania e ottenuti con il 100% di frutta coltivata nel bacino dei Carpazi. Il frutto più indicato e maggiormente impiegato nella produzione della Palinka è l’albicocca. In particolare, nel nordest dell’Ungheria (Gonc), esiste una varietà particolarmente pregiata di albicocche dalla quale si ottiene un’acquavite tutelata dalla denominazione di origine controllata. Il distillato si ottiene dalla fermentazione delle albicocche che dura circa due settimane. Tutta la frutta deve essere fresca (non conservata) e selezionata, con l’eliminazione dei frutti rovinati. Il mosto fermentato viene poi distillato senza essere filtrato. L’acquavite viene lasciata riposare per circa due anni. Al palato presenta un sapore fruttato, di albicocca matura.

TUICA: Distillato di origine rumena, tipico della Transilvania. Molto popolare in patria. Si può ottenere con diversi tipi di frutti. Quelli maggiormente utilizzati sono le prugne, le albicocche, le mele, le pere, le ciliegie e i cachi. Normalmente il frutto impiegato sono le prugne. La varietà principale è rotonda, polposa, di colore viola scuro, ma vengono utilizzate anche altre varietà classiche a forma allungata. Questo distillato nazionale rumeno si ottiene dalla fermentazione e successiva distillazione delle prugne che vengono prima spremute e lasciate fermentare per circa 6/8 settimane e infine viene distillato il “sidro” ottenuto. Anche in questo caso la fermentazione può avvenire con il nocciolo o senza nocciolo. La presenza del nocciolo conferisce al distillato un retrogusto di mandorla amara ed un sapore nel complesso più robusto. Normalmente questa acquavite viene consumata giovane, ma vi sono anche prodotti invecchiati in botti di legno di gelso. Il distillato non invecchiato ha un sapore fruttato con evidenti note di prugna, mentre l’acquavite invecchiata ha un sapore più strutturato con note che richiamano la vaniglia. La gradazione alcolica varia dai 37 ai 42 gradi. Anche questo distillato di frutta, simile allo Slivovitz, va consumato freddo a fine pasto, anche se i rumeni sono soliti consumarlo a inizio pasto, prima di iniziare a mangiare.   

TUNGI: Acquavite tipica dell’isola di Sant’Elena, territorio britannico d’oltremare in pieno oceano Atlantico al largo delle coste sudoccidentali del continente africano. Si ottiene dalla fermentazione e distillazione del succo del fico d’india presente nell’isola. Tungi significa appunto fico d’india e la varietà “tungi” impiegata nella produzione del distillato è particolarmente dolce e saporita. La polpa del fico viene spremuta e poi addizionata con acqua. Il mosto così ottenuto viene fatto fermentare. Dopo essere stato filtrato il succo alcolico viene infine distillato. La produzione è ridottissima in quanto limitata alle bottiglie prodotte nell’isola. Pertanto la disponibilità sul mercato di questo distillato è praticamente nulla. Tuttavia un’acquavite simile viene prodotta anche in Italia e precisamente in Sicilia dove crescono rigogliosi i fichi d’india. Consiglio a tutti gli appassionati di provare l’Acquavite di Fico d’India prodotta dalla distilleria Giovi di Messina. È un distillato forte e vigoroso, dal sapore lievemente fruttato, ma asciutto e robusto, con un volume alcolico del 43%. Importantissimo non confondere l’acquavite di fico d’india con i tanti liquori dolci e profumati a base di fico d’india presenti sul mercato.

WARAGI: Tipico distillato dell’Uganda prodotto con molteplici materie prime. Il termine waragi indica semplicemente che si tratta di un distillato. Dobbiamo però distinguere: l’Uganda Waragi è un gin, o meglio, è il gin ugandese e le materie prime impiegate nella produzione del distillato sono le bacche di ginepro, la scorza di lime, la noce moscata e la corteccia di cassia. Con il semplice nome waragi si producono però diversi distillati. Le materie prime impiegate sono le banane, la manioca, il miglio e la canna da zucchero. Il waragi prodotto con la canna da zucchero è un rum e il metodo di produzione è lo stesso del famoso distillato caraibico. Ciò che qui interessa è il waragi prodotto dalla fermentazione e distillazione delle banane. La polpa delle banane viene trasformata in poltiglia e poi viene aggiunta acqua. Il mosto così ottenuto viene fatto fermentare e dopo la fermentazione viene distillato. Il metodo è lo stesso anche per il waragi di manioca. Il più noto waragi di banane è quello proveniente dalla zona di Kasese, città nel sudovest dell’Uganda.