Tropicali

I tabacchi tropicali e subtropicali, così detti “cigar leaf” perché adatti alla produzione di sigari e comunemente chiamati tabacchi scuri per il loro colore, sono il tabacco Havana (anche Habana), il tabacco Brasile (anche Brasil), il tabacco Paraguay, il tabacco Sumatra e il tabacco Java (ve ne sono anche altri, soprattutto tabacchi indigeni, locali, ma si tratta prevalentemente di ibridi e comunque di scarso interesse organolettico e commerciale). Sono tabacchi bruni curati ad aria e sottoposti a processi di fermentazione. Tre di questi sono coltivati anche in Italia (Havana, Brasile e Paraguay) anche se si tratta maggiormente di incroci e selezioni. Pur essendo impiegati prevalentemente nella produzione di sigari, questi tabacchi possono essere utilizzati con ottimi risultati anche nei trinciati per pipa al fine di irrobustire le miscele e donare quella particolare nota sigaro da alcuni molto apprezzata. Solo per fare qualche esempio, gli olandesi utilizzavano moltissimo e ancora utilizzano nelle loro miscele i tabacchi Sumatra e Java come base, tanto da poter tranquillamente parlare di tipico gusto olandese. I francesi utilizzano da sempre nelle miscele nazional popolari il tabacco Paraguay come base e anche in questo caso si parla sovente di gusto francese. I tabacchi tropicali e subtropicali vengono anche utilizzati come riempimento per sigarette scure, come tabacchi da mastico e occasionalmente come tabacchi da fiuto. Grandi produttori di tabacchi scuri sono l’India, la Cina, il Brasile, l’Indonesia, il Borneo, la Birmania, le Filippine, la Colombia, il Paraguay, l’Uruguay, l’Argentina, la Repubblica Domenicana, Cuba, l’Honduras, il Messico e tutto il Centro America, gli Stati Uniti, il Pakistan. In Europa i maggiori produttori sono la Polonia, la Francia, l’Italia, la Germania, il Belgio, i Paesi Bassi e in Africa si distinguono il Camerun, l’Algeria e la Repubblica Centroafricana. Ma vediamo uno ad uno questi tabacchi soffermandoci un po’ più a lungo sul tabacco Havana, il più importante tra tutti i tabacchi tropicali. 

Il tabacco Havana raggiunge la sua più alta espressione nei sigari (puros) prodotti con le foglie coltivate nelle piantagioni di tabacco di Cuba (in particolare nella Vuelta Abajo provincia di Pinar del Rio), ma lo si coltiva con eccellenti risultati anche nella Repubblica Domenicana (regione o valle del Cibao nel nord dell’isola), in Jamaica, in Nicaragua (Jalapa Valley, Esteli, Condega), in Honduras (Valle di Jamastran, Talanga, ma anche altre zone) e negli stati americani della Pennsylvania, della Florida e soprattutto del Connecticut (Connecticut Shade – varietà cubana Hazelwood – per le fasce chiare, Connecticut Broadleaf per le fasce scure). Solo in queste terre (Cuba su tutte) la qualità del tabacco raggiunge livelli di eccellenza ineguagliabili, tanto da essere considerato patrimonio nazionale e prima fonte economica (insieme al turismo) dell’isola di Cuba. Foglie di grande qualità (riservate a fascia e sottofascia dei sigari) si producono anche in Guatemala, in Ecuador, in Messico (regione di San Andres), in Camerun, in Costa Rica, e a Panama. Alcuni lo considerano il re di tutti i tabacchi e lo è certamente nell’ambito della produzione di sigari. Per quanto riguarda i trinciati per pipa lo si utilizza nelle miscele piuttosto raramente, a volte in piccole dosi come nota condimento. Non è adatto ad essere trattato. Non accetta aromi né profumazioni di alcun tipo. Va impiegato al naturale. Nel complesso non è molto usato perché difficile da abbinare in modo armonico. Commercialmente si usa spesso il termine Maduro per indicare la presenza di questo tabacco all’interno di una mixture (non per i sigari, dove il termine Maduro indica la fascia (capa) color marrone scuro mogano ed è in generale una delle categorie di classificazione delle foglie). Parimenti si utilizza il termine Picadura per indicare i lembi di foglie trinciate usate per il tabacco da pipa e per il ripieno nei sigari di tipo meccanico (tripa corta). 

Facciamo ora un po’ di chiarezza sulla terminologia impiegata a proposito di questo tabacco e dei sigari prodotti. Anzitutto ogni sigaro (ad eccezione dell’italico toscano) si compone di 3 parti: la fascia (capa in spagnolo, wrapper in inglese) che è la foglia di tabacco che avvolge il sigaro, la parte esterna; la sottofascia (capote in spagnolo, binder in inglese) che è posta sotto la fascia ed è anch’essa una foglia di tabacco che avvolge il contenuto; il ripieno (tripa in spagnolo, filler in inglese) che è il tabacco contenuto nel sigaro, avvolto dalla sottofascia e ricoperto dalla fascia. Le foglie più pregiate e perfette vengono utilizzate per produrre le fasce. I sigari fatti a mano (puros o premium) costituiscono la produzione migliore, ma vi sono anche sigari prodotti con le macchine (produzione meccanica) e sono quelli meno pregiati e meno costosi. Una prima importante distinzione va fatta tra i sigari fatti a mano e quelli fatti a macchina. Nei sigari a produzione meccanica il ripieno è costituito da trinciato, vale a dire il tabacco è tagliato ed è costituito da pezzettini/filetti (short filler) mentre nei sigari fatti a mano il ripieno è costituito da foglie intere e non è trinciato (long filler). Una seconda importante distinzione va fatta tra puros e premium. I sigari PREMIUM sono sigari naturali, fatti a mano e con foglie intere (anche nel ripieno), ma la provenienza di fascia, sottofascia e ripieno è diversa (ad esempio fascia Connecticut, sottofascia Nicaragua, ripieno Honduras). I sigari PUROS sono sigari naturali, fatti a mano, ma con fascia, sottofascia e ripieno provenienti dalla stessa nazione se non addirittura dalla stessa zona o piantagione (fascia Cuba, sottofascia Cuba, ripieno Cuba). Per questo motivo i sigari avana cubani sono sempre definiti puros, mentre quelli domenicani, nicaraguensi, honduregni ecc. sono quasi sempre sigari premium (ma esistono anche i puros, benchè più rari). Non necessariamente i puros sono migliori dei premium. Vi sono sigari premium di altissima qualità, eccezionali in aroma e gusto e vi sono sigari puros non all’altezza, a volte mediocri. Non è quindi una questione di superiorità, ma solo di provenienza delle varie parti costituenti il sigaro. La particolarità più esclusiva di tutti questi sigari è che sono costituiti da tabacco naturale al 100% (così come il nostro sigaro toscano) ed è questo l’unico modo di fumare tabacco puro, senza additivi naturali o chimici. La concia del tabacco greggio è fatta solo con il betun, una sostanza naturale composta da acqua e foglie di tabacco mescolate all’acqua e lasciate a macerare. Questa soluzione di acqua e tabacco viene lasciata al sole per circa una settimana o poco più. Il liquido al sole fermenta, sviluppando una grande quantità di sostanze chimiche. Le foglie di tabacco greggio vengono spruzzate e inumidite con il betun. Il colore scuro delle foglie e il particolare odore di ammoniaca sono dati da questo antico e naturale metodo di concia del tabacco. Anche l’umidificazione delle foglie nelle manifatture avviene solo con una soluzione di acqua e nitrato di potassio (conservante utilizzato per prevenire la formazione di muffe). Infine, la colla utilizzata per avvolgere il sigaro è colla d’amido, del tutto naturale. Quanto alle zone vocate alla coltura di questo straordinario tabacco, nell’isola di Cuba si distinguono 5 aree: la più importante è senza dubbio la Vuelta Abajo. Seguono la Semi – Vuelta, Partido, Remedios e Oriente. Ogni zona ha particolari caratteristiche qualitative che la distinguono dagli altri territori indicati.

Un altro tabacco tropicale pregevole e di notevole importanza, tanto da essere stato definito l’oro marrone, è il Brasile coltivato nello stato brasiliano di Bahia (Brasil di Bahia). Viene coltivato specialmente nella regione del Reconcavo baiano, area geografica situata intorno alla Baia di Tutti i Santi (Bahia de Todos os Santos) che comprende non solo la zona costiera, ma anche l’entroterra. In particolare viene coltivato in tutta la Mata Fina che è oggi la principale regione produttrice di tabacco Brasile (un po’ come Pinar del Rio e la Vuelta Abajo per il tabacco Havana). È un tabacco scuro, curato ad aria e fermentato, con aroma intenso, ma delicato e speziato, impiegato nella fabbricazione di sigari ed utilizzato tanto per fasce e sottofasce, quanto per il ripieno. Può essere impiegato in piccole dosi anche nei trinciati per pipa, ma deve essere sapientemente dosato ed amalgamato dal “blender”, per evitare che il forte gusto aromatico di questo tabacco copra le sfumature di sapori e i delicati sentori tipici delle grandi miscele inglesi e americane. Discreto, ma meno pregiato il tabacco coltivato nella Mata Norte. Di qualità decisamente inferiore e utilizzati solo per il ripieno dei sigari i tabacchi di Rio Grande do Sul, regione all’estremo sud del paese. 

Il tabacco Paraguay è un tabacco tropicale scuro, curato ad aria e sottoposto a processo di fermentazione. È originario dello stato del Paraguay in Sud America. Tabacco molto amato dai francesi (oltre che in patria) che lo utilizzano come base nelle loro miscele nazional-popolari (Caporal, Saint-Claude ecc.). In realtà il suo impiego prevalente è nella produzione di fasce (in gran parte sigaretti o sigari commerciali) e soprattutto sottofasce e ripieno per sigari. Abbastanza forte e intenso, ma meno aromatico rispetto al Brasile. Le foglie meno pregiate sono usate anche come tabacco da taglio o come riempimento nelle sigarette scure (Francia, Svizzera) o ancora per il tabacco da mastico

Un tabacco subtropicale molto importante nella produzione di sigari, ma impiegato anche nei trinciati per pipa è il tabacco Sumatra coltivato in Indonesia nell’isola di Sumatra. Le qualità più pregiate sono la varietà Deli, la varietà Serdang e la varietà Langkat. Il seme di questo tabacco è coltivato anche altrove, ma la qualità prodotta a Sumatra è sicuramente superiore alle altre. Di eccellente qualità le foglie di questo tabacco sono maggiormente impiegate nella produzione di fasce per sigari, da sempre apprezzate nel mondo. Molto utilizzato in passato anche nei trinciati olandesi per pipa, di cui era, insieme al cugino Java, il principale costituente in quelle che per molto tempo sono state definite miscele di “gusto olandese”.

Discorso analogo al precedente per il tabacco subtropicale Java coltivato sempre in Indonesia nell’isola omonima. È un tabacco di buona qualità, simile al Sumatra anche se leggermente meno pregiato. Le foglie migliori provengono dal distretto di Besuki nella zona est di Java, dove si distinguono due varietà di tabacco in base al raccolto: il Besuki VO e il Besuki NO. Del primo fa parte il popolare tabacco Kasturi curato al sole e usato principalmente come ripieno, soprattutto per le tipiche sigarette Kretek con chiodi di garofano. Di ottima qualità anche il tabacco prodotto nei distretti di Lumadjang, Boyolali e Vorstenland. Anche il tabacco Java è stato impiegato con successo nelle miscele di tipo olandese (Java e Sumatra erano colonie olandesi). Attualmente nei trinciati è meno usato rispetto al passato. Rimane comunque un tabacco da sigaro e il suo impiego prevalente è nella produzione di pregevoli sottofasce (per le fasce è di norma preferito il Sumatra) ed è anche utilizzato per il ripieno. Quanto alle fasce viene utilizzato il Besuki TBN, di eccellente qualità e simile al Sumatra. Fra tutti i tabacchi tropicali e subtropicali, che per la loro tipicità sono destinati alla produzione di sigari, il tabacco Java è certamente quello più adatto al consumo in pipa.