Scotch Whisky

La categoria dei distillati non va confusa con gli amari e con i liquori in generale, proprio perché si basa sulla distillazione della materia prima (sostanze vegetali fermentate) e non sulla miscelazione di una base di alcol preesistente con acqua, zucchero, aromi, erbe, frutta o altro. I distillati hanno un profilo organolettico che molti liquori non hanno e presentano una nobiltà sensoriale (gustativo-olfattiva) difficilmente raggiungibile. La categoria dei distillati comprende: Grappa – Cognac, Armagnac, Brandy – Calvados – Whisky, Bourbon – Vodka – Rum – Gin – Tequila – distillati di frutta (Kirsch, Slivovitz, Prime Uve ecc.).

Il Whisky è il distillato più famoso e diffuso nel mondo. L’origine e la primogenitura sono contese fra scozzesi e irlandesi. Si ricava dalla fermentazione e successiva distillazione di cereali. Una prima fondamentale distinzione va fatta tra Whisky (Scotch Whisky, Canadian Whisky, Irish Whiskey) e Whiskey americani (Bourbon, Rye, Corn). Tra i primi rientra anche l’ormai famoso e rinomato Whisky Giapponese.

Il Whisky classico (scozzese, irlandese, canadese, giapponese) è ottenuto dalla distillazione del malto d’orzo. Il Whisky di malto è il capostipite di tutti gli Whisky. Sono solo tre gli ingredienti: l’orzo, che in Scozia è da sempre un prodotto agricolo tradizionale, la torba locale e l’acqua anch’essa del luogo, pura, poco calcarea e povera di sali minerali. L’orzo viene fatto macerare in apposite vasche d’acqua per qualche giorno. Poi viene estratto dall’acqua e disteso all’interno di appositi edifici dove inizia a germinare. Dopo la germinazione l’orzo viene essicato in appositi forni con fuoco di carbone e antracite e aromatizzato con la torba che conferisce il suo particolare aroma all’orzo. Il malto essicato viene poi macinato e messo in capienti vasche riempite con acqua calda. L’infuso che se ne ricava (mosto) viene raffreddato e trasferito in cisterne. Il mosto viene poi addizionato con lievito. La miscela di mosto e lievito fermenta e lo zucchero si trasforma in alcol. Dopo un paio di giorni la miscela è pronta per la distillazione che avviene in un particolare alambicco di rame a forma di pera dalle grandi dimensioni. Il distillato finale che si presenta incolore (gradazione alcolica tra il 65 e il 70%) viene addizionato con acqua e poi invecchiato in botti di rovere bianco americano per almeno 3 anni (un tempo veniva invecchiato solo in botti precedentemente utilizzate per lo Sherry). In realtà il whisky di malto non raggiunge la maturazione prima dei 5 anni e continua a migliorare fino ai 12 anni. Un’altra importante distinzione è quella tra “single malt whisky”, prodotto con malto d’orzo da una sola distilleria e “blended whisky” prodotto con una miscela di diversi whisky di malto e di grano. Questi ultimi costituiscono la maggior parte degli whisky che si trovano in commercio.

 

Criteri di degustazione del Whisky

Il Whisky può essere degustato nei tradizionali bicchieri cilindrici, ma è meglio utilizzare un calice a tulipano che favorisce la concentrazione degli aromi. Il miglior bicchiere per la degustazione è lo spirits nosing glass (letteralmente bicchiere per annusare lo spirito). Si tratta di un bicchiere di vetro a forma di bulbo, simile al bicchiere a tulipano. Il Whisky va degustato a temperatura ambiente, prima liscio e poi allungato con un po’ d’acqua fresca (non ghiacciata) che ne esalta alcuni sapori. I criteri di degustazione sono l’analisi del colore, l’analisi dell’aroma e l’analisi del gusto. Per il colore si valutano la trasparenza, la limpidezza e le tonalità del colore. Un whisky giovane è trasparente, un whisky invecchiato in fusti precedentemente utilizzati varia dal giallo paglierino al giallo ambrato e a volte assume tonalità molto scure (il legno del fusto cede colore al distillato). Gli whisky devono essere limpidi (vengono filtrati prima di essere messi in bottiglia). L’analisi dell’aroma va effettuata in un primo momento con il whisky puro facendolo roteare nel bicchiere per ossigenarlo. Va annusato con particolare attenzione in modo da riuscire a percepire i principali aromi caratteristici. In un secondo momento va aggiunta un po’ d’acqua in grado di esaltare alcuni aromi spesso coperti o di difficile percezione alla prima analisi olfattiva. Non va aggiunta acqua negli whisky invecchiati molto a lungo (oltre 20 anni). In questo caso per l’analisi olfattiva è sufficiente un bicchiere balloon e il calore della mano. L’analisi del gusto è altrettanto importante. Una discreta quantità di distillato va introdotta nella bocca e va fatta roteare delicatamente con la lingua. Va prima analizzata la consistenza: il whisky può essere secco, morbido, liscio, ruvido, leggero, pesante ecc. Poi vanno identificati i sapori primari che la lingua percepisce nell’immediato. Infine, a bocca libera, vanno identificati i sapori residuali e persistenti.

Problematiche legate al consumo di alcol

Non è certo questa la sede dove affrontare l’argomento, ma credo sia di fondamentale importanza sottolineare alcune doverose considerazioni sul consumo di alcol. Tutti i giovani al di sotto dei 21 anni non dovrebbero consumare alcolici. L’O.M.S. (Organizzazione Mondiale della Sanità) raccomanda a tutti i giovani sino al quindicesimo anno di età di evitare il consumo di alcol. Il motivo è che gli enzimi in grado di metabolizzare l’alcol sono completamente assenti nei giovani al di sotto dei 16 anni di età e arrivano a completa maturazione intorno ai 21 anni. In breve, i giovani fino a 16 anni non dovrebbero assumere alcol, nemmeno in quantità moderate. In questa fascia di età l’alcol da luogo ad intossicazioni acute e costituisce un vero e proprio veleno per il fegato, per il cervello e per gli altri organi coinvolti. Dai 16 ai 21 anni la metabolizzazione dell’alcol è più lenta e difficoltosa e può ugualmente causare seri danni all’organismo. Gli enzimi non sono ancora in grado di metabolizzare in modo completo l’alcol. Ma non è che il consumo di alcolici sia nocivo solo ai giovani. L’alcol deve essere consumato con moderazione anche dalle persone adulte perché può sempre causare dipendenza, assuefazione e danni irreparabili all’organismo (cirrosi epatica, pancreatite, tumori maligni, disfunzioni sessuali, disturbi psichici quali ansia e depressione, demenza ecc.). Molti studi indicano un consumo massimo di circa mezzo litro di vino al giorno per gli uomini e un terzo di litro per le donne. Per l’alta gradazione alcolica i distillati e i liquori sono sempre sconsigliati.